Muratore e villano

 

Ogni fine settimana, dopo un giro di telefonate si poteva sapere dove si sarebbe organizzato il Sabato sera, ma non era detto che puntualmente si conoscesse la destinazione. Da alcuni mesi però, avevamo conosciuto Lucia, che di serate, feste e festini ne organizzava una quantità impressionante.

 

Era una ragazza molto vivace, con qualche anno in più della media della comitiva, ancora libera da legami e con un portfolio di contatti e conoscenze da far invidia a un'agenzia di spettacolo. Quando ci invitava lei, era come salire su un pullman: c'erano chiaramente i "passeggeri" abituali, ma ogni volta se ne aggiungevano di nuovi e mai incontrati prima. Quella volta ricordo che organizzò una cenetta rustica in compagnia della sua famiglia, nella casa rurale di proprietà sull'Etna.


C'era una vista meravigliosa da una larga "rasola" aperta tra la montagna e il mare e poi ai lati un rigoglioso vigneto. Il locale attrezzato per gli ospiti era un magazzino agricolo, con al centro un lungo tavolo in legno e ai lati delle panche che sarebbero servite da sedili.


A poco a poco, con le varie automobili giungono a gruppetti gli invitati e se ne vedono arrivare diverse e tra le tante facce molte risultavano nuove. Le amicizie di Lucia sembrava che appartenessero a diversi ceti sociali, almeno quella era la sensazione che si percepiva, ma tante volte questa impressione era basata di più sull'atteggiamento a volte sostenuto che sulla realtà dei fatti.

 


Nella media si può dire che sia ragazzi che ragazze della comitiva eravamo e ci mostravamo come persone di natura semplice e alla mano, per cui qualora si fossero presentati uno o più elementi con carattere diverso, sarebbero saltati subito all'occhio. Infatti fu questa la sensazione generale che si venne a creare, non appena scesero dalla loro auto Francesca col suo ragazzo.


Si fecero notare sia per l'abbigliamento, il portamento e l'aria di superiorità. Si aggregarono alla compagnia senza un saluto ne un cenno di cortesia, ma si andarono a sedere al tavolo come
si farebbe 
al ristorante. Francesca vestiva un abito chiaro, forse troppo elegante per una festicciola in campagna e il ragazzo di lei abbastanza gessato, indossava degli stivaletti in cuoio. Ma non era tanto l'abbigliamento a renderli "alieni", quanto quel chiaro modo di atteggiarsi, tipico di chi vorrebbe farsi riconoscere come appartenente all'aristocrazia, o più semplicemente come chi ha la puzza sotto il naso.


I due ragazzi, ancora abbastanza giovani, provenivano dalla città e probabilmente qualche problemino di relazione con gli abitanti della provincia dovevano averlo. Più che di problema relazionale, pare che vi fosse addirittura qualche conflitto pregresso con qualche elemento presente e gli effetti non tardarono ad arrivare. Di fronte al tavolo dei "cittadini" casualmente stava seduto Salvatore, che evidentemente conosceva già Francesca e non saprei dire in base a quale pretesto iniziò a prenderla in giro, all'inizio col sorriso sulle labbra, ma poi in modo sempre più insistente. Un particolare da premettere riguarda la professione di Salvatore, che era quella di specializzato nel campo dell'edilizia.


Fatto sta che la ragazzina, a un certo punto stanca di subire quell'insistente sfottò, si levò in piedi verso Salvatore che la importunava, urlando: " Muratore e villano!". Di fronte alla giustificata reazione della ragazza, Salvatore sarebbe stato anche in grado di accettare il "villano", che comunque si poteva ritenere meritato da parte di chi stava dando fastidio, ma quando sentì l'appellativo
"muratore" usato in senso offensivo, proprio verso di lui 
che andava tanto fiero della sua professione, con un'espressione adirata scattò in piedi e mollò a Francesca un sonoro ceffone su una guancia.


La ragazzina rimase tramortita e colta di sorpresa, ma nel medesimo istante il suo ragazzo, con balzo felino era già saltato in piedi sul tavolo, slanciando la gamba, per assestare un calcio in faccia a Salvatore. Ma si da il caso che il nostro muratore fosse anche cintura nera di karate e il calcio in faccia non gli arrivò affatto, perché parò al volo il colpo dell'aggressore e dopo qualche secondo lo trascinò a terra iniziando a pestarlo di santa ragione.


Ci volle ancora qualche secondo, prima che realizzassimo cosa stesse succedendo con così tanta rapidità sotto i nostri occhi, immediatamente i due lottatori vennero poi separati, tenuti distanti
l'uno dall'altro, 
mentre Salvatore veniva trattenuto con una stretta attorno alle braccia, Quello che tratteneva il ragazzo (stranamente) attraverso il collo, gli parlava all'orecchio con tono di esortazione gli diceva:"...non dovete fare queste cose, dovete volervi bene... dovete volervi bene!". Senza esitare, Francesca col suo ragazzo immediatamente andarono via senza guardare in faccia nessuno e dopo la serata continuò malgrado quello spiacevole incidente.

 



- Torna indietro